LE FRANE !! LE FRANE !! QUALI FRANE !?
Doveva essere approvato un ordine del giorno già votato al Senato. Malgrado le opposizioni e i timori di Orvieto per le possibili ripercussioni negative sulla legge già approvata, lemendamento passò e si giunse alla Legge 25 maggio 1978, n° 230 con la quale furono realizzate le prime opere nelle zone dove la situazione appariva più drammatica.
Quasi dieci anni dopo, con la legge 29/12/1987, n° 545 si passò alla progettazione globale degli interventi che prevedeva anche il rifacimento completo delle reti fognarie e dellacquedotto e la impermeabilizzazione delle superfici stradali della città . I lavori sono tuttora in corso
Tutte queste iniziative erano cominciate con una lettera del CNR indirizzata al sindaco di Todi in cui si denunciava il pericolo dei fenomeni franosi che si stavano
accentuando. A questa lettera si era poi aggiunta una dettagliata relazione dellUfficio Tecnico del Comune di Todi.
In realtà il problema è molto più antico e legato alla conformazione geologica del colle formato da una parte sommitale permeabile e da un basamento più o meno impermeabile. Lacqua quindi, fin da sempre, penetrando nelle parti superiori e infiltrandosi poi negli strati sottostanti innesca i movimenti di scivolamento verso il basso. Questo è un fenomeno naturale e , se luomo non avesse costruito una città sopra il colle , si tratterebbe solo di lasciarlo evolvere naturalmente. Di fatto luomo si è insediato sulla cima di questo colle o perché, secondo la leggenda glielo aveva indicato laquila, o più realisticamente per la sua posizione dominante sulla valle del Tevere e per la presenza di acqua facilmente captabile con pozzi e cunicoli.
Con il suo insediamento l uomo lo ha fin dallinizio corretto e modificato. Lazione più rilevante è stata lo spianamento delle due cime del colle e il riempimento della sella interposta fra di esse per creare così una zona pianeggiante sulla sommità dove poi, in epoca romana, è stato realizzato il foro. Lo sviluppo della città e lampliamento in più fasi delle mura ha fatto sì che la parte superiore dei fossi, che facevano scorrere lacqua piovana verso il Tevere a nord-ovest, il torrente Rio a nord-est e il torrente Naia a sud, fossero comprese allinterno della zona urbana e venissero colmate per formare aree più facilmente abitabili. Prima di fare questo, però, ci si era cautelati creando dei cunicoli per poter drenare le acque che si fossero infiltrate. Altri cunicoli furono realizzati per captare le vene di acqua presenti nel colle. Tutto ciò non ha impedito che si verificassero ugualmente pericoli di frane, ma certamente si era creata una situazione in cui il fenomeno era contenuto e ritardato.
Il versante più instabile è stato sempre quello a nord-ovest dove il pendio è più ripido e dove le frane e i crolli sono documentati dal 1300 ai giorno nostri. Ma è ai giorni nostri che il fenomeno si è accelerato ed esteso perché con il progresso è arrivato lacquedotto. Ora è finito linteresse ad avere pozzi e cisterne perché è molto più semplice usare lacqua dellacquedotto e quindi la massa dacqua è aumentata ed è anche piena di sostanze estranee, in particolare detersivi. Il complesso dei cunicoli e dei pozzi drenanti il colle di Todi mantiene ancora oggi, anche se solo in parte, la sua funzionalità grazie ai continui lavori di restauro effettuati nelle varie epoche per limportanza che questa rete ha sempre avuto per la stabilità del colle. Esaminiamo ora alcune delle opere idrauliche e degli interventi di consolidamento sul colle di Todi:
1241 costruzione della fonte Scarnabecco e restauro e adattamento dei cunicoli preesistenti per lapprovvigionamento della nuova fonte.
1276 nello Statuto comunale vengono stabilite norme per il deflusso delle acque superficiali e sotterranee. In particolare si prevede che le acque provenienti dai tetti dei palazzi della piazza debbano essere raccolte nelle cisterne romane poste sotto la piazza stessa.
1288/1290 costruzione di un nuovo complesso idrico: una serie di cisterne collocate sul Campidoglio ( il colle della Rocca) e un acquedotto che porta lacqua fino alla piazza ad una fonte pubblica, rimossa poi nel 1479.
1371 in un editto del Capitano del Popolo si vieta di arare le pendici del colle di Todi; in unaltra disposizione si proibisce addirittura la coltivazione di orti a ridosso delle mura.
1582 il papa Gregorio XIII fa riedificare a sue spese la Porta della Valle franata.
1628 Il comune decreta che la Porta della Valle debba essere ricostruita in altro luogo perché ormai impraticabile.
XVI sec. la rete dei cunicoli subisce alcune modificazioni, ad esempio quella per alimentare la fontana costruita dal vescovo Angelo Cesi, in via della Rua.
XVIII sec. la cattiva manutenzione della rete sotterranea provoca numerosi danni. Con il crollo del muraglione della via Piana hanno inizio i lunghissimi lavori delle cosiddetta
" Fabbrica della Piana" che assorbirà per oltre un secolo cifre ingenti allamministrazione pontificia.
1814 il 2 luglio la comunità di Todi invia una supplica al papa Pio VII in cui si prospetta un quadro dettagliato della grave situazione e si chiedono finanziamenti. Il cantiere che verrà poi aperto in via della Piana interessa un arco di tempo che va dal 1814 al 1889.
1858 la Delegazione Apostolica di Perugia costituisce una commissione con lincarico di dirigere i lavori per arginare le frane nella zona della Valle Inferiore e del complesso delle Lucrezie. La commissione ha a disposizione 74000 scudi. I lavori continuano fino alla metà di settembre 1860 senza raggiungere risultati soddisfacenti.
Settembre 1860 con la caduta dello Stato Pontificio, viene inviato a Todi in rappresentanza del Governo Piemontese un vice-commissario nella persona di Alessandro Righetti. Non ci sono fondi sufficienti per la continuazione dei lavori, ma il Righetti, resosi conto della situazione si dà da fare per la continuazione dei lavori.
1863 nel Consiglio Comunale di Todi ci si lamenta ancora del pericolo "che correvano i lavori incominciati con tanto dispendio e con tanto utili risultati se non si intraprendeva la continuazione che fu lasciata sospesa per la mancata somministrazione dei sussidi". Si trattava dei lavori di consolidamento lungo il fosso delle Lucrezie .
1865 il Consiglio Comunale invoca dal governo centrale gli aiuti necessari per evitare che "le opere splendide dei padri fossero sepolte nelle rovine." Poco o nulla si ottiene.
1940 il movimento franoso riprende in tutta la sua gravità fino a trascinare (marzo 1941) nella distruzione le tre arcate e i due piloni di sostegno dei giardini pubblici.
1949 si dà inizio alla costruzione del muraglione che successivamente dai giardini continuerà lungo la costa fin quasi alla curva detta delle " Cerquette ".