INQUADRAMENTO TETTONICO E SISMICO DELL’ AREA


Inquadramento geodinamico e sismo-tettonico

L'evoluzione geodinamica responsabile dell'attuale assetto strutturale dell'Appennino settentrionale ha inizio nell’Eocene con la fase di collisione continentale tra la litosfera Africana e quella Europea. Queste due azioni danno luogo ad un nuovo quadro cinetico di superficie caratterizzato da imponenti accorciamenti crostali, soprattutto a spese della placca Adriatica. Nella parte più interna dell'area Umbro-Marchigiana questa fase tetto-genetica inizia a far sentire i suoi effetti nel Miocene

A partire dal miocene superiore, nel settore Toscano della catena, ha iniziato ad essere attivo un campo di sforzi distensivi. Il suo fronte é migrato progressivamente verso Est, arrivando ad interessare le parti più interne dell'area. Infatti, la strutturazione del settore Umbro-Marchigiano della catena Appenninica è stata determinata da un campo di sforzi complessivo attivo nell’area Umbro-Marchigiana.

Questo campo di sforzi, con direzione di massima compressione SW-NE, ha interessato le diverse comunità tettoniche a partire da OWEST ed ha progressivamente spostato il suo fronte complessivo verso EST.

Ciò ha determinato una successione d’eventi deformativi che hanno traslato da OWEST verso EST, con pieghe e sovrascorrimenti, le diverse unità tettoniche che venivano via via coinvolte.

Al termine di questa fase complessiva l’Appennino Umbro-Marchigiano costituiscie un dominio fisiografico ben definito dal punto di vista geomorfologico. Questa geometria é il risultato della diversa entità dell'accorciamento crostale che hanno subito i vari settori della catena

Questa distensione non é il risultato di una tettonica soltanto verticale, ma é l'effetto di un campo di sforzi distensivo che ha dato luogo ad un allungamento ed ad un assottigliamento crostale determinando la formazione di bacini montani bordati da faglie dirette ad alto angolo. Attualmente il campo di sforzi distensivo è attivo nella zona interna e nella parte superficiale della zona intermedia dell'Appennino Umbro-Marchigiano, mentre l'attività complessiva è localizzata lungo il fronte esterno e nella parte più profonda della catena.

Questa distribuzione degli sforzi può essere desunta dall'analisi dei meccanismi focali. Meccanismi focali con asse di massima estensione in direzione SW-NE sono presenti nel Pre-Appennino Umbro e nell'area dell'Apennino Umbro-Marchigiano, mentre meccanismi focali di tipo complessivo e trascorrente, con asse di massima compressione in direzione SW-NE, sono presenti nell'area Peri-Adriatica.

L'orientazione degli assi di massima distensione e massima compressione può essere calcolato anche con gli indicatori cinetici; studi effettuati nell'area mostrano che l'orientazione degli assi calcolata in questo modo risulta compatibile con quella calcolata con i meccanismi focali.

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