SISMICITÀ IN UMBRIA
La
![]() Alcune zone risultano "sismogenetiche", mentre altre sono "scuotibili"; tra queste abbiamo i grandi apparati di "conoide" sui quali sono edificate, ad esempio Perugia, Spoleto, Todi, Montefalco, Sellano, Cerreto di Spoleto, Preci ecc. Queste forme collinari, sono situate spesso ai margini delle strutture montuose più direttamente interessate dal terremoto, normalmente rispondono a fenomeni di assestamento che si traducono in frane di vario tipo. LUMBRIA è una regione da sempre esposta ai terremoti che, in molti casi, hanno prodotto notevoli danni alle costruzioni e perdite di vite umane. A seguito di questo grave pericolo per le popolazioni delle zone considerate sismiche, lo Stato Italiano ha istituito un ente per lo studio e il controllo della sismicità del territorio, lIstituto Nazionale di Geofisica, che coordina lattività di numerosi istituti universitari e si occupa della valutazione del rischio sismico. La legislazione italiana prevede la classificazione dei Comuni sotto il profilo sismico: attualmente si conosce con discreta sicurezza il grado di rischio sismico di ciascun Comune dItalia e in molti casi anche delle singole parti del territorio di ogni comune come vedremo in seguito sugli interventi fatti dalla Regione Umbria. Nella dorsale dell'Appennino Umbro - Marchigiano è presente una sismicità diffusa e frequente, localizzata soprattutto entro i primi 15 Km della costa, dove prevale un regime deformativo di tipo elastico frizionale. Questattività sismica può essere posta in relazione soprattutto con la parte superiore delle faglie dirette ad alto angolo, con direzione prevalente NNW - SSE, che dalla superficie si raccordano su faglie poste a 10-15 Km; spesso queste ultime rappresentano l'inversione di precedenti piani di sovrascorrimento. Nell'Appennino Umbro - Marchigiano gli aventi sismici si caratterizzano più per il loro numero che per la loro magnitudo, Infatti, la massima magnitudo calcolata per i terremoti registrati in quest'area è raramente pari o maggiore a 6. Principali terremoti storici nella zona di Colfiorito e nelle aree limitrofe Osservando L'area della Valnerina è caratterizzata da una sismicità elevata sia per il numero dei terremoti sia per la loro magnitudo; il discorso è diverso per l'area settentrionale dell'Appennino Umbro-Marchigiano, zona del Cagliese, dove la sismicità è caratterizzata da una frequenza e una magnitudo inferiori a quelle osservate in Valnerina. Il settore a ovest del fiume Tevere, a eccezione dellAlta Valle del Tevere, presenta una bassa sismicità rispetto a tutto il settore orientale; questultimo presenta a sua volta tre distinte zone sismogeneticamente significative, quali larea Spoletino-Ternana, larea di Nocera Umbra e Gualdo Tadino, larea di Assisi e Valfabrica. Questa suddivisione del territorio regionale in distretti, ha permesso di individuare gli ambiti dove posizionare la strumentazione che avrebbe caratterizzato la futura rete sismica locale RE.SI.L. Secondo i lavori recentemente elaborati, sono stati individuati 5 distretti e sono: larea ad ovest di Orvieto-Allerona; il territorio Umbro a ovest del fiume Tevere, comprendente la Conca Ternana; lAlta Valle del Tevere occidentale, il territorio compreso tra Valfabbrica e Assisi e larea dei Monti Martani, la catena Appenninica che si estende dallAlta Valle del Tevere orientale fino ai monti di Gualdo Tadino; la Valnerina, larea nursina, larea di Colfiorito Nocera Umbra. L'area centrale dell'Appennino Umbro-Marchigiano, quella colpita dai recenti terremoti, è sede di una sismicità poco frequente ma caratterizzata da una magnitudo massima pari a quella riscontrabile in Valnerina. Le descrizioni che seguono sono relative a 5 terremoti storici che potrebbero aver avuto i loro epicentri nell'area interessata dagli eventi sismici verificatisi recentemente. 30 Aprile 1279 - Questo evento provocò gravi danni nell'area compresa tra Camerino e Nocera Umbra, Serravalle del Chienti rimase sepolta da una frana. Non si hanno dati attendibili né sul numero delle vittime, comunque elevato, né sull'estensione dell'area di risentimento di questevento. Probabilmente il suo epicentro era prossimo a quello degli eventi del 26/10/97. Poche ore dopo questevento un altro terremoto distruttivo si verificò nellAppennino tosco-emiliano, alcuni cronisti medievali riportano nelle loro cronache un unico evento che interessò l'Italia centrale. 17 Aprile 1747- L'epicentro di questevento è localizzato più a Nord dell'area colpita recentemente dal sisma. Esso causò crolli e danni abbastanza gravi nel territorio di Nocera Umbra e nel Fabrianese, dove si ebbe una vittima. Il sisma del 17 Aprile fu avvertito ad Ancona, Fermo, Senigallia e Roma. A questevento è stata attribuita un intensità macrosismica massima di 9 gradi. L'attività si attenuò verso la fine del Settembre 1747. 11 Ottobre 1791 - L'area epicentrale di questevento è pari al 7° 8° grado della scala Mercalli, si trova poco a W di Colfiorito; non si hanno molti dati circa la sua area di risentimento comunque fu avvertito a Spoleto, Tolentino e Roma. 14 Febbraio 1838 - I danni maggiori causati da questevento, pari allo 8° grado della scala Mercalli, si sono avuti nell'area tra Sellano, Acera e Cerreto di Spoleto. Non si hanno dati sulla sua area di risentimento. Si può osservare che probabilmente l'evento del 1279, in tal caso si potrebbe supporre che gli eventi del 1279 e del 1997 sono dovuti al rilascio energetico della stessa faglia e quindi, questa, potrebbe avere un tempo riattivazione di circa 700 anni o addirittura maggiore qualora i due terremoti non fossero stati prodotti dalla stessa struttura sismogenica. Nel quadro sopra esposto viene ad inserirsi la sequenza sismica iniziata nel Settembre 1997. Questa ha fatto registrare alcune migliaia di scosse sismiche di cui 7 hanno avuto una M1 superiore a 5. Gli eventi di maggiore energia sono quelli del 26/09/79 alle ore 02.33 e 11.40, rispettivamente di magnitudo MS=5,6 e 6,0 e l'evento del 14/10/97 alle ore 17.23 di magnitudo MS=5,5. I due eventi del 26 Settembre, i cui ipocentri sono stati localizzati a 10-12 Km di profondità, sembra che possono essere messi in relazione con due faglie attive a direzione NW e SE che bordano i bacini di Colfiorito e Cesi. L'evento del 14 Ottobre del 1997 si è verificato più a Sud dei primi due e, probabilmente, ha un ipocentro localizzato a minore profondità, circa 7 Km. Dal calcolo dei meccanismi focali risultano soluzioni normali su piani orientali NW-SE ad immersione a SW; tali soluzioni sono simili a quelle calcolate in altri terremoti studiati nell'area. Il regime estensionale dell'area di Colfiorito - Sellano è caratterizzato da faglie attive NW-SE con componente orizzontale sinistra di movimento. Tali faglie sono lunghe tra 5 e 10 Km, mostrano una geometria enechelon sinistra tra Mevale e Colfiorito e potrebbero corrispondere a frammenti di faglie. |
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