 |
Sull acqua della fonte di S. Silvestro
e sulla sorgente del vecchio monastero di Vallegloria tradizione popolare ha intessuto
diverse leggende. |
La Fontana di S.Silvestro
 |
La Fontana di S.Maria di
Vallegloria
 |

Sulla via di accesso alla vecchia abazia
cè la fontana di S. Silvestro -ora con un filo dacqua- mentre una volta era
più abbon- dante, dissetava Collepino. Questa acqua ha la prodigiosa capacità di far
ritornare il latte alle puerpere, perchè ricca di calcare e sali minerali. Gli abitanti
della zona, ignorando le qualità terapeutiche di questacqua attribuirono la
secrezione del latte ad un miracolo di S. Silvestro. Numerose sono le testimonianze, per
questo le cancellate della chiesa erano ricoperte, fino a pochi anna fa, di cuffiette e
camicine di neonati, offerti dalle mamme per aver riavuto una abbondante secrezione del
latte, dopo aver bevuto lacqua di questa fontana. Nella sacrestia di Collepino è
appeso un quadro con la preghiera delle puerpere, approvata dal vescovo di Foligno Mons.
Nicola Crispigni con decreto del 19 dicembre 1875.
Un'altra leggenda è fiorita sulla
colonna della cripta dell'abbazia di S.Silvestro: nella cripta c'è una colonna di marmo,
prima scanalata, ora resa liscia, dallo strofinare delle mani e dei corpo attorno ad essa.
La tradizione popolare dice che: chi soffriva di mai di schiena e di dolori artritici,
facendo tre giri intorno alla colonna e strofinando le parti doloranti ad essa, i dolori
sparivano. Il prodigio di questa scomparsa dei dolori, veniva attribuita alla colonna di
marmo, proveniente dall'Egitto.


Salendo da Spello verso Collepino
all'altezza dei primo ponte, alzando gli occhi verso il monte Subasio, si nota tra il
bosco un vecchio caseggiato: è l'ex monastero di S. Maria di Vallegloria, che ormai
conserva ben poco dei suo aspetto abaziale.
Questo monastero la cui costruzione viene fatta risalire
a S.Benedetto (480-517). Sarebbe stato edificato per le monache benedettine che vi
restarono tali fino al 1219, quando al passaggio di Francesco e Chiara innamorate della
nuova spiritualità francescana lasciarono la regola benedettina per abbracciare quella
delle clarisse francescane. Mancando l'acqua per bere e per lavare, le suore più giovani
erano costrette ad andare ad attingere acqua alla fonte di S. Silvestro vi si recavano a
piedi tra il bosco e con le brocche in testa ma spesso venivano infastidite da alcuni
monaci dell'abazia e dai soldati che erano soliti frequentare quella zona durante le
guerre tra Spello - Perugia - Assisi. La madre badessa si confidò con il confessore
spirituale beato Andrea Caccioli, che sapute le difficoltà incontrate dalle monache disse
indicando con il bastone le rocce davanti al monastero: - Qui ci vorrebbe una fonte! -.
Improvvisamente sgorgò acqua dalla roccia e fu sufficiente per dissetare la comunità e
per altri lavori.
Questacqua scorre ancora e la gente
del luogo ritiene che abbia qualità terapeutiche per il mal di fegato.
Le suore restarono in questo monastero
fino al 1320, quando ottennero dal papa Giovanni XXII di trasferirsi entro le mura di
Spello nella ex rocca di Federico Barbarossa.
Il vecchio monastero fu adattato ad uso
colonico; ultimamente è stata risistemata la chiesa che da magazzino ha ripreso
luso sacro.
 |