Puoi?

Puoi vendermi la brezza che ti passa tra le dita
E ti passa sul viso e ti scompiglia?
Potreste forse vendermi cinque pesos di vento,
o, magari, vendermi un temporale?
Forse l'aria fina
Mi venderesti, l'aria
(non tutto) che percorre nel tuo giardino corolle e corolle,
nel tuo giardino per gli uccelli,
dieci pesos d'aria fina.
L'aria gira e passa
in una farfalla.
No, non è di nessuno.

Puoi vendermi il cielo,
il cielo alcune volte azzurro,
o altre volte anche grigio,
una particella del tuo cielo,
quello che hai comprato, tu credi, o gli alberi
del tuo orto, come chi compra il tetto con la casa?
Puoi vendermi un dollaro
Di cielo, due chilometri
Di cielo, un pezzo, quello che puoi,
del tuo cielo?
Il cielo sta nelle nubi.
Alte le nubi passano.
No, non sono di nessuno.

Puoi vendermi la pioggia, l’acqua
che t’hanno dato le lacrime e che ti bagna la lingua?
Puoi vendermi un dollaro d’acqua
di sorgente, una nuvola, gravida,
crespa e dolce come un’agnella,
oppure acqua piovuta sulla montagna,
o l’acqua delle pozze
abbandonata ai cani,
o una lega di mare, o forse un lago,
cento dollari di lago?
L’acqua cade, si rovescia.
L’acqua si rovescia, passa.
No, non è di nessuno.

Puoi vendermi terra, la profonda
notte delle radici, denti
di dinosauro e calce
dispersa di scheletri remoti?
Puoi vendermi selve già sepolte, uccelli morti,
pesci di pietra, zolfo
dei vulcani, mille milioni d’anni
che salgono a spirale? Puoi tu

vendermi terra, puoi
vendermi terra, puoi?
La terra tua è mia.
Tutti i piedi la pestano.
No, non è di nessuno.

  di N. Guillen

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