Spesso per dissetarci beviamo l’acqua minerale che acquistiamo imbottigliata nei negozi o nei supermercati. Il suo sapore è gradevole in quanto, oltre a contenere una equilibrata quantità di sali minerali, è priva del cloro aggiunto all’acqua dell’acquedotto per renderla potabile; inoltre possiamo scegliere il tipo gassato che sembra più dissetante per il leggero effetto anestetico dell’anidride carbonica sulle pareti della bocca.

Vengono dette acque minerali le acque che contengono disciolte sostanze minerali con proprietà favorevoli alla salute.

Le più diffuse hanno essenzialmente una leggera azione diuretica ( aiutano l’organismo a depurare il sangue dalle sostanze tossiche ).

Le acque minerali si formano quando l’acqua delle precipitazioni o derivata dallo scioglimento dei ghiacciai penetra nel suolo e attraversando strati di roccia porosa si arricchisce di sali minerali; quando incontra zone di roccia impermeabile vi scorre sopra fino ad uscire nuovamente dal suolo dove forma una sorgente.

 

 

 

CLASSIFICAZIONE

 

Le acque minerali, in base al residuo fisso, cioè al peso delle sostanze che rimangono dopo aver fatto evaporare l’acqua in un recipiente a 180°C, vengono così classificate secondo la recente normativa:

 

In base alla temperatura registrata alla sorgente, la classificazione è la seguente:

Queste ultime vengono diversamente classificate a seconda della loro composizione chimica. Abbiamo così acque salse (in cui prevalgono i sali, soprattutto il cloruro di sodio), acque sulfuree (in cui è disciolto acido solfidrico), acque arsenicali-ferruginose (contengono arsenico e ferro), acque bicarbonate (con bicarbonato di sodio e acido carbonico libero), acque solfate (in cui sono presenti composti dello zolfo, sodio e magnesio).

Solo alcune acque minerali fredde vengono usate a scopo alimentare; le acque minerali calde (termali) vengono anch’esse bevute, oppure usate per bagni, inalazioni, fangature, ma a scopo essenzialmente curativo.

 

 

 

ANALISI DEI DATI

 

L’Italia, grazie alla sua conformazione geologica (alte montagne e natura vulcanica di molte zone), è ricchissima di sorgenti di acque minerali fredde e calde.

In Umbria, in particolare, le sorgenti di acque minerali e termali sono numerose e distribuite in tutto il territorio regionale, con volumi d’acqua disponibili molto variabili. Queste acque presentano caratteristiche chimiche e fisiche diverse a seconda della composizione mineralogica dell’acquifero in cui circolano (Tab. 1).

Le principali sorgenti sono localizzate lungo i bordi occidentali delle dorsali montuose, in particolare, le acque minerali imbottigliate nell’aria orientale dell’Umbria sono oligominerali di tipo bicarbonato calciche, nelle aree centro meridionali oligominerali e minerali di tipo bicarbonato alcalino terrose, con la caratteristica di essere in alcuni casi effervescenti naturali come le acque minerali San Gemini e San Faustino, e nell’area sud-occidentale oligominerali di tipo bicarbonato alcaline e alcalino terrose (Tav. 1).

Le acque minerali utilizzate per cure termali (Tab. 2) sono caratterizzate da una composizione chimica assai differente rispetto a quelle imbottigliate, hanno valori di residuo fisso e di temperatura più elevati e presentano una diversa distribuzione sul territorio regionale.

Le acque minerali termali fredde si trovano nell’area settentrionale, nell’area centro orientale ed in quella centro meridionale, le sorgenti di acqua ipotermale sono localizzate nei comuni di Cerreto di Spoleto e Parrano, nel comune di Castel Viscardo si trovano le uniche sorgenti mesotermali (Tav. 2).

Il prelievo per scopi industriali delle acque minerali e termali viene rilasciato dalle Regioni che rilasciano delle concessioni della durata massima di 30 anni (riconfermabili), si possono , inoltre, richiedere dei permessi di ricerca che hanno una durata massima di 10 anni (riconfermabili), allo scopo di valutare le potenzialità degli acquiferi e analizzare le caratteristiche chimiche delle acque (Tav. 3).

Attualmente le acque minerali umbre in commercio sono 16, di cui 13 di tipo oligominerale ( Amerino, Angelica, Aura, Fabia, Flaminia, Fonte Tullia, Misia, Motette, Rocchetta, Santa Chiara, Sassovivo, Viva e Tione ) e tre minerali ( San Gemini, Santoraggio e San Faustino ).

Il materiale maggiormente utilizzato per contenere le acque minerali è il PET seguito dal PVC, dal vetro e dal cartone.

Gli stabilimenti di acque minerali termali in Umbria sono in totale 10, di cui 4 in fase di costruzione (Tav. 4). Gli impianti attivi sono le Terme di Fontecchio, gli stabilimenti idropinici (stabilimenti in cui è possibile bere acque con caratteristiche terapeutiche) di Santoraggio, Terme del Centino, San Faustino, Amerino e San Gemini.

Le acque di questi stabilimenti sono classificate fredde in quanto hanno temperature inferiori ai 20°C.

Gli impianti in fase di costruzione sono le terme dei Bagni di Triponzo, le Terme di Parrano e le Fonti di Tiberio, dove verranno sfruttate acque calde di tipo ipotermale e mesotermale; a queste si aggiungeranno le Fonti di San Felice dove saranno sfruttate acque fredde.