Osservatorio sismico Andrea Bina - Basilica di S. Pietro - Perugia

Storicamente l’osservatorio sismico Andrea Bina può definirsi "la culla della meteorologia e della sismologia" in quanto già dal 1751 il benedettino Andrea Bina progettò e fece funzionare il primo sismografo.

Il fondatore dell’osservatorio sismico fu padre Bernardo Paoloni  che nel 1931, con il beneplacito del Papa Pio XI, si trasferì da Montecassino a Perugia.

Dopo varie vicissitudini il Ministro dell’Agricoltura incaricò il prof. Emilio Oddone affidandogli il compito di costruire il sismografo astatico tanto cercato e dopo pochi mesi, in seguito a frequenti scosse nella zona di Foligno, il ministero dei lavori pubblici decise di istallare altri sismografi anche perché il luogo prescelto si rivelò molto adatto in quanto i locali sono situati sulla roccia madre.

Attualmente la struttura è stata arricchita di moderne attrezzature.

Col progredire della tecnica si è passati dall’uso di sismografi meccanici all’utilizzo di nuovi sistemi digitali.

Il compito dell’Osservatorio è quello di acquisire dati riguardanti l’attività sismica presente in Umbria e di determinare, per ogni terremoto, l’ipocentro, l’intensità ed altre informazioni.

L’analisi delle registrazioni, valutate ed interpretate, permettono di individuare i rischi presenti sul territorio e le deformazioni della crosta terrestre. All’interno dell’Osservatorio troviamo:

il sismografo "A Bina": composto da un pendolo oscillante la cui protuberanza metallica è immersa in pochi cm di sabbia contenuta in un recipiente galleggiante in acqua.

il sismografo Wiechert: si tratta di un sismografo a funzionamento meccanico costituito da un pendolo verticale di 200 kg il cui baricentro e’ posto a 100 cm dal vincolo. Le oscillazioni vengono registrate su carta affumicata.

il sismografo Agamennone :anche questo si basa su masse pendolari dal peso di 190 kg. e la registrazione viene sempre registrata su carta affumicata.

il sismografo Vicentini: registra le oscillazioni utilizzando un pendolo verticale di 2000 kg.

il sismografo galitzin: lo strumento è elettronico, è impiantato su una base isolata dal pavimento ed e’ molto sensibile; infatti arriva a registrare terremoti di tutto il mondo.

il sismoscopio: a differenza del sismografo non fornisce informazioni complete ma solamente ne segnala la presenza.

Tutti gli eventi di una certa intensità vengono comunicati per mezzo di una linea registrata alla Prefettura.

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