IL PINO D'ALEPPO |
-Ciao, ma sei ancora tu, il pino dAleppo? -Sì, sono io, il pino dAleppo. Perché? Non mi riconoscete?
Ahhh! Già, dimenticavo che questa volta mi hanno bruciato le piogge acide. Scommetto che vi state chiedendo come è possibile che questo meraviglioso ambiente sia inquinato! Il traffico sembra un fantasma; ci vuole un binocolo per vedere i centri abitati e poi...per vederli quasi tutti pieni di ragni e ragnatele; per trovare una fabbrica bisogna scendere almeno fino a Terni. Eppure è possibile, guardate come sono ridotto! Dovete sapere che i fumi che escono dalle ciminiere delle fabbriche, dai comignoli delle case e dai tubi di scappamento delle auto salgono in cielo e si tuffano nelle nuvole. Le goccioline, rincorse dai fumi, cercano di scappare, ma è difficile scappare!! Il fumo impertinente si vuole mangiare le goccioline delle nuvole come il lupo ai tre porcellini e continua a infastidirle. Alla fine alcune di loro, stanche per linseguimento, vengono catturate dai fumi e costrette a sposarsi con loro. - Noooo! Non vogliamo diventare acide! - gridano le goccioline. -Il vento freddo e forte - continua il pino - sposta le nuvole fino a che non hanno più le forze e spesso si fermano qui in Val di Serra. Qui il freddo delle montagne unisce le goccioline che si gonfiano e...bum! bum! scoppiano e precipitano sui miei rametti indifesi. Per fortuna che le mie amiche rocce calcaree assorbono le goccioline acide come una spugna. Esse si sgretolano sacrificandosi per noi. Etciù..etciù... - starnutisce il pino - alcune goccioline sono riuscite a passare le rocce e a raggiungere le mie radici. Ohi! Ohi! Sto molto male. Mi stanno cadendo tutti gli aghi, sto diventando secco, storto e scheletrito! Oh!! No!! Muooooio!!!! |